Spesso l’idea di rivolgersi a uno Psicologo rimane tale per via di alcuni pregiudizi insiti nella nostra società. Quante volte abbiamo sentito associare lo Psicologo alla ‘follia’, all’essere ‘matti’ o ‘malati di mente’. A volte tale idea evoca pensieri conflittuali: da una parte il bisogno di stare meglio e di trovare soluzioni, dall’altra la paura di sentirsi giudicati e messi a nudo, di non riuscire a superare le difficoltà.
Ti chiedi se è meglio rivolgersi a un familiare o parlarne con un caro amico, ma c’è qualcosa che ti ferma. Forse perché immagini che parlarne con una persona cara significherebbe caricarla dei tuoi problemi, oppure ti trovi incastrato nel ruolo di persona forte che deve sorreggere gli altri.
In realtà, proprio questi pensieri conflittuali possono divenire il motore di una presa di coscienza del proprio bisogno di chiedere aiuto per avviare un cambiamento.
Lo psicologo è un professionista che può affiancarti nel conoscere e comprendere le ragioni di alcuni blocchi, del malessere o della crisi. Una persona che può sostenerti nell’affrontare le paure, le situazioni critiche, i lutti, cercando, insieme a te, di dare un nuovo senso agli avvenimenti.
La società e la cultura attuale, ti spinge spesso a voler raggiungere la ‘perfezione’, come genitore, come figlio, come amico o come lavoratore, offuscando quelli che sono i tuoi bisogni profondi e costringendoti ad indossare una maschera.
Lo psicologo accoglierà il dolore, la sofferenza, i momenti di stanchezza mentale, lo stress, con la consapevolezza che non esistono problemi più o meno gravi, perché tutto ciò che causa sofferenza merita ascolto e rispetto.